Inzio d’anno con il botto per i servizi media audiovisivi come Youtube, Dailymotion ed affini, si scatena la discussione in rete ed il casino comincia a salire.

E’ chiaro che è già in corso una guerra sotterranea tra le lobby dei broadcaster e quelle delle multinazionali coinvolte nella delibera dell’Agcom che di fatto (con norme che comunque dovranno ancora essere ratificate in un documento attuativo) inizia a regolamentare seriamente l’attività media audiovisiva nell’ambito web.

Vediamo i (primi) punti salienti della vicenda:

Con il varo della DELIBERA N. 606/10/CONS ovvero il Regolamento concernente la prestazione di servizi di media audiovisivi lineari o radiofonici su altri mezzi di comunicazione elettronica ai sensi dell’art. 21, comma 1-bis, del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, l’Agcom inizia a dare regole dirette a regolamentare siti come Youtube di Google e Dailymotion di Telecom Italia.

Il 31 dicembre Alessandro Longo Pubblica questo articolo secondo il quale Youtube verrebbe considerata alla stregua di un servizio televisivo classico.

Replica l’ottimo amico Stefano Quintarelli in questo articolo fissando alcuni importanti punti, probabilmente sfuggiti a Repubblica, e ricordando che comunque si dovrà aspettare il famigerato “regolamento attuativo” prima di gridare al lupo.

Insomma la querelle, comunque decisiva per il mercato dei contenuti digitali ed il bilanciamento del potere tra broadcaster (nazionali) e operatori digitali (spesso multinazionali) è solo all’inizio.