BYTE QUOTIDIANI – La rubrica di Michele Ficara Manganelli su Pubblicità Italia

Path, Il Socialino, per molti ma non per tutti.

Dopo un anno di pesante ed infinita ubriacatura da Social Network una nuova tendenza inizia a farsi strada prepotentemente.

Si tratta ancora di un segnale debole, d’accordo, ma anche la nascita di Twitter venne trattata con il solito italico snobismo fino solo a pochi mesi fa dove grazie ai VIP’S entrati di prepotenza in rete, è diventata tardivamente mainstream.

(tanto per capirci: una posizione sponsorizzata sui TT Trending Topics di Twitter può costare dai 50K fino ai 150K Euro a seconda del giorno e dell’argomento.)

Fino ad oggi, quindi, il cruccio di tutti i frequentatori professionali dei numerosi Social Network da Facebook a Flickr passando per Twitter e Foursquare è stata esclusivamente quella di accumulare iscritti a man bassa senza preoccuparsi troppo del come e del perché aderissero.

Oggi con Path la tendenza si inverte, il nuovo socialino, come io amo definirlo, al massimo accetta 150 contatti massimo e non uno di più.

Path, nato nel 2010 negli usa ma limitato inizialmente a soli 40 contatti (troppo pochi veramente) oggi irrompe prepotentemente nell’ambiente Social Italiano trainato  dal lancio della sempreverde comunità Geek Italiana

Per un Brand quindi rappresenta l’opportunità di creare micro comunità di altissimo valore specifico: basti pensare anche solo per un attimo ai brand di lusso o a chi eroga servizi esclusivi.

Ma non solo immaginiamo di realizzare contest per accedere periodicamente, e solo per un ristretto periodo di tempo, ad un ambiente speciale e riservato con opportunità esclusive.

Path è comunque rivoluzionario perché per primo tra tutti i social network ti impone una scelta che ha suo un valore fondamentale: se ti scelgo è perché mi interessi veramente, se ti cancello è perché non sei più interessante o devo fare spazio ad altri più interessanti di te.

La scelta è assolutamente spietata, conta quello che scrivi nel feed, quello che fai, quello che esprimi nella tua vita quotidiana.

E’ finito il Bon Ton stucchevole da Facebook dove ti accetto solo perché è brutto rifiutarti e poi non ti leggerò mai più.

Path ama definirsi un “diario sociale” una timeline delle nostre azioni più rilevanti suddivise nel tempo in cui si compiono (cosa prontamente copiata da Facebook nel rilascio della sua nuova interfaccia)

E’ bellissimo vedere  l’orologino (rigorosamente analogico) degli avvenimenti pubblicati da noi e dai nostri contatti che scorre in sinergia con la barra di scorrimento, ci fa capire che la nostra vita non è solo un elenco di status ma ben di più.

Se ti chiedi come mai non ne avevi sentito parlare prima e nessuno ti abbia ancora invitato non preoccuparti, non sei out, Path ha iniziato a diffondersi solo verso natale tra noi Geek e Addicted della rete e solo ora che stai leggendo arriva anche ai comuni mortali.

Path è educativo e già in sintonia con quella nuova “ecologia della comunicazione digitale” di cui da tempo sono un convinto promotore e che oggi è tanto importante per non inquinare definitivamente le nostre bacheche.

Mi piace pensare che d’ora in poi sistemi sociali come Path aiuteranno le persone ed i brand ad avere maggiore consapevolezza rispetto ai contenuti veramente rilevanti che meritano di essere diffusi in rete.

E che non sia mai che Dumbar (numero di) non era poi così una stupidata, in fondo.

Buoni Bytes a tutti.

Michele Ficara Manganelli